dir15STORIA DI ANABEL, ASSASSINATA PERCHÉ VOLEVA RACCONTARE IL SUO PAESE, E DELLE “DOPPIE” VERITA’ SUI DIRITTI UMANI CHE STIAMO SENTENDO IN QUESTI GIORNI IN MESSICO

Il corpo di Anabel Flores Salazar è stato trovato oggi privo di vita, seminudo e con le mani legate, ai margini di un’autostrada nello stato di Puebla, in Messico. Anabel amava il suo lavoro, era una giornalista freelance e sul quotidiano “El Sol De Orizaba” scriveva dei fatti di cronaca nera, degli omicidi, delle sparizioni che avvengono ogni giorno nel Paese in cui era nata 32 anni fa. Gli uomini armati che hanno rapito Anabel sotto casa sua lunedì scorso, ora avranno sulla coscienza anche il destino dei suoi due bimbi, che da oggi una mamma non ce l’hanno più. Quel che è accaduto è tragico quanto sconcertante… e mi fa venire i brividi se penso che proprio in questi giorni, a Città del Messico, assieme alla Delegazione ufficiale del Parlamento Europeo, è anche di casi come quelli dei giornalisti uccisi che ci stiamo occupando. E’ sui diritti umani e sul loro rispetto, sulla condizione delle donne e dei più deboli che stiamo cercando di informarci per dare un contributo – europeo – a un Paese che su questi valori è ancora troppo indietro. Tutti questi argomenti, però, in questi giorni di agende piene di incontri ufficiali, ci vengono presentati in due modi perfettamente opposti. dir2Da un lato c’è la “versione” del governo messicano che – come vi ho riportato oggi io stessa pubblicando qui le slides che mostrano i principali progressi in tema di diritti – presenta la sua azione come efficiente e orientata al raggiungimento di progressi in tempi brevi. dir1Dall’altro però c’è quanto ci hanno riportato ieri alcune fra le ONG più attive sui diritti umani in Messico. Ci sono racconti, report e dati sulle modalità atroci con le quali vengono violati i diritti dei cittadini messicani, c’è la cronaca di una violenza che si consuma quotidianamente per le strade di questo Paese… e c’è il tragico silenzio che troppo spesso avvolge la sorte degli scomparsi, dei “desaparecidos”. Delle PERSONE, come i 43 studenti di Ayotzinapa che mancano alle loro famiglie ormai dal settembre del 2014. Il Messico è il terzo Paese più grande dell’America Latina. Gli basterebbe fare un passo DECISIVO verso un VERO riconoscimento dei diritti umani, per diventare anche UN GRANDE PAESE. Dall’Europa faremo di tutto per fare in modo che questa speranza diventi finalmente realtà, ma deve essere chiaro che dalla menzogna non può nascere nessun cambiamento.

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