j1SOTEU, I PIANI DI JUNCKER PER QUESTA EUROPA MALATA CHE RISCHIANO DI FARE ANCORA PIU’ DANNI AI CITTADINI

Questa mattina, durante il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato dal presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in Plenaria a Strasburgo, l’Europa ha fatto una implicita ma debole “ammissione di colpa” sostenendo che siamo in presenza di un sistema di Stati in crisi. Sarebbe stato meglio se Juncker, anziché rendersi conto solo adesso dell’accaduto, avesse fin dall’inizio promosso attivamente un’Unione fra Stati tra loro solidali e anzitutto attenti alle esigenze dei cittadini, piuttosto che impegnati a garantire lunga vita a banche, lobby e comitati di affari in perfetta continuità col solito disegno europeo che fino a oggi ha prodotto i risultati che vediamo. L’odierno annuncio dell’aumento del piano degli investimenti, la promessa dall’aiuto ai giovani e la proclamazione di nuove politiche migratorie, sono le ennesime promesse fatte oggi in Aula dagli eurocrati ai quali non possiamo credere, a meno che non si ripristini un sistema democratico a tutto tondo in cui le persone, le loro esigenze e i loro bisogni, vengano messi al primo posto. Invece ci troviamo, nel caso dell’Italia, in una condizione in cui i dati sull’occupazione fanno fatica a migliorare. Finché non ci saranno risposte decise su questi temi, i mea culpa di Juncker e dei suoi difficilmente ci porteranno lontano.

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