MAIS OGM, QUELLO CHE L’EUROPA NON DICE
Mon810, Bt11, 1507. Sembrano codici indecifrabili, invece si tratta delle sigle delle 3 varietà di MAIS GENETICAMENTE MODIFICATE CHE LA COMMISSIONE EUROPEA VUOLE AUTORIZZARE NEI NOSTRI PAESI.
Ma cosa significherebbe spalancare la strada alla coltivazione di queste varietà “artificiali”? Anzitutto l’Europa sacrificherebbe ancora una volta la nostra salute e il nostro benessere alimentare agli interessi e al profitto delle multinazionali …(fra i primi produttori mondiali di mais ogm c’è la Monsanto, conosciuta ai più per la produzione del pesticida probabile cancerogeno, il Glifosato).
Ma vi è di più, perché sui potenziali danni che gli organismi geneticamente modificati possono arrecare alla biodiversità, all’uomo e alle specie animali, l’Europa non ha ancora fornito dati certi. Lo dimostra ad esempio il fatto che le valutazioni dei rischi connessi agli Ogm formulate dall’Efsa (L’autorità europea per la salute e la sicurezza alimentare) e gli studi a disposizione della Commissione risultano a tutt’oggi INCOMPLETI e LACUNOSI.
Questo in totale spregio del PRINCIPIO DI PRECAUZIONE che l’Ue deve adottare in casi come questo e che la obbliga, nell’ordine, a identificare i potenziali rischi, a procedere a una valutazione scientifica rigorosa e a escludere, con prove scientifiche e certe, la presenza dei pericoli identificati.
Per mettere un freno a tutto questo e fare in modo che la volontà dei cittadini e della gran parte degli Stati membri arrivi forte e chiara ai piani alti della Commissione, proprio oggi in Parlamento abbiamo votato le obiezioni adottate dalla Commissione ENVI (Ambiente), della quale faccio parte, lo scorso 3 ottobre che puntano a vietare l’utilizzo di queste 3 varietà di mais. Per garantire la salute ai cittadini occorre passare dalla consapevolezza e dall’informazione… ogni volta che l’Europa se ne dimenticherà, noi saremo lì a ricordarglielo!