WDC1LA TUTELA DELLE NOSTRE ECCELLENZE PASSA ANCHE DALLE DENOMINAZIONI GEOGRAFICHE IGT E DOP. NON LE BARATTEREMO PER FARE GLI INTERESSI DELLE GRANDI LOBBY!

WDC4A Washington DC, alla tavola rotonda sul ‪#‎Ttip, nella prima delle tre giornate di confronti sull’accordo ho posto una domanda molto precisa a David O’Sullivan, Ambasciatore EU negli States. Agli statunitensi ho chiesto cosa ne pensa il loro Paese delle Indicazioni Geografiche dei prodotti (IG). Ho chiesto se nelle clausole dell’accordo di libero scambio intenderanno tutelarle in qualche modo o dedicare un apposito capitolo, come già proposto d’altronde anche dalla Commissione Ue, alla loro protezione. Sappiamo bene che si tratta di molto più di un marchio. Le Indicazioni Geografiche sono ossigeno per le nostre imprese e per chi, col sudore della fronte, cerca da anni di garantire il massimo della qualità nella produzione delle nostre eccellenze agroalimentari che ci mettono ai primi posti in Europa e nel mondo. La risposta che ho ricevuto è sconvolgente e sintetizzo qui le parole del mio interlocutore: “Non vediamo il perché della necessità delle indicazioni geografiche tipiche, quando abbiamo già i brevetti”. Avete capito bene: NON NE VEDONO LA NECESSITÀ.

Peccato che la protezione giuridica garantita dai brevetti abbia poco a che fare con la tutela delle eccellenze e dei marchi tipici dei nostri territori. Il marchio IG è indicazione di provenienza, garanzia di qualità del prodotto, ma soprattutto CULTURA e rispetto delle TRADIZIONI di un territorio. Appare a questo punto sempre più evidente che il TTIP altro non è che un accordo costruito a misura di lobby, anziché di cittadino. Proprio per questo mi opporrò con ancora più forza alla sua conclusione. Spazzare via le radici di un Continente e il lavoro di chi si impegna da sempre a garantire il massimo del benessere ai consumatori, non è un’azione che permetterò! #STOPTTIP

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