SVENDUTO PER 4 SOLDI IL DNA DEI SARDI. PER DECENNI CI HANNO TOLTO TUTTO, NON CI RIMANEVA CHE QUELLO
Assistiamo in questi giorni impotenti all’ennesimo disastro: il DNA dei cittadini sardi, dal valore di oltre 4 milioni di euro, venduto per poco meno di trecentomila euro all’asta agli inglesi. Una storia che si è trascinata a lungo tra punti oscuri e verità di comodo. Come sempre accade in Sardegna, poche persone hanno deciso su una questione che doveva essere di tutti, non fosse altro perché quel materiale genetico che oggi è stato svenduto, rappresenta il patrimonio di un territorio, l’Ogliastra, che è unico nel suo genere.
Mi sono interessata a questa vicenda fin da subito e ho formulato una istanza che ho presentato a Bruxelles, all’attenzione della Commissione. L’Europa deve dirci se quello che è accaduto in Sardegna, con la commercializzazione dei geni dei cittadini, può essere ritenuto normale. Ma soprattutto sarebbe interessante capire i motivi della scarsa trasparenza di una operazione che fin dall’inizio non ha mai avuto la pubblicità che avrebbe meritato, data la sensibilità del tema e dei soggetti coinvolti, ma che anzi è stata trattata con una superficialità e una mancanza di informazioni che induce a pensar male.
Il connubio tra caratteristiche tipiche del territorio e genealogia della popolazione dell’Ogliastra ha reso unico il carattere di longevità tipico della popolazione locale. Le campionature di questi materiali e le banche dati che oggi appartengono agli inglesi, sarebbero quantomeno potuti essere impiegati nella ricerca in Italia e magari sviluppati da realtà scientifiche e mediche nazionali. Invece, ancora una volta, il risultato ottenuto è a dir poco deludente e gioverà a qualcuno forse, ma non certo ai cittadini e al nostro Paese.