L’antimafia in Italia da contrasto al crimine non diventi centro di interessi e consociativismo
L’ANTIMAFIA IN ITALIA DA CONTRASTO AL CRIMINE NON DIVENTI CENTRO DI INTERESSI E CONSOCIATIVISMO
Eravamo abituati a conoscere il mondo dell’antimafia come un punto di riferimento che, da dopo l’assassinio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa prima e le stragi di Falcone e Borsellino del ’92 poi, avevamo visto come una forza di contrasto alla criminalità organizzata. E così è stato, per lungo tempo, ed è ancora. Peccato che i professionisti dell’antimafia nata 30 anni fa però assomiglino molto poco a quelli di oggi. Perché il fiorire di fondazioni, comitati, circoli e associazioni targate no mafia ha in realtà aperto a logiche di compromessi, consociativismo e stretta dipendenza da elargizioni più o meno pubbliche. E se il rumore che fa l’antimafia sui giornali è molto, spesso le azioni che ne conseguono, purtroppo, sono davvero minori.
A confortare la TENDENZA “POLTRONISTA” della galassia dell’antimafia del 2016, ci sono poi le cronache. Pesanti come macigni, in barba all’impegno di tutti quelli che negli anni hanno dedicato – e tutt’ora dedicano! – la propria vita alla battaglia ONESTÁ contro la mafia, ci sono le mediocri imprese di quelli che con DISONESTA’ professionale – questa sì – dalla criminalità organizzata ci hanno guadagnato.
Tangenti, talvolta appropriazioni indebite, quote sugli appalti, fino ad arrivare per paradosso alla GESTIONE POCO TRASPARENTE dei beni che gli stessi presunti tutori della legalità avevano confiscato alle mafie (mi riferisco al caso dei giudici siciliani GIUDICI SICILIANI CHE AMMINISTRAVANO I BENI un tempo appartenuti ai mafiosi come fossero in un mercato arabo). L’antimafia si è avvicinata in modo pericoloso al potere, al circo delle nomine, alla corsa all’incarico.
L’antimafia è una forza nobile del nostro Paese, deve tornare ad essere quella risorsa di cui non possiamo fare a meno, se non vogliamo lasciare nelle mani dei criminali di professione il destino dell’Italia.
E’ tempo di cambiare rotta, per onorare chi ha pagato con la propria vita questa lotta e per garantire ai nostri figli un futuro in cui essere italiani non sarà più associabile a quella BESTEMMIA che è la mafia.