and1IN SPAGNA TECNICA E AGRICOLTURA SI METTONO A SERVIZIO DELL’AMBIENTE E DELLA BIODIVERSITA’. E NOI COSA STIAMO ASPETTANDO?

Oggi la prima tappa della missione spagnola della delegazione ufficiale del Parlamento europeo per la commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale di cui faccio parte prevede una sosta alla tenuta di Veta La Palma, non lontano dalla città di Siviglia. Oltre 11mila ettari nel cuore dell’Andalusia, all’interno della Riserva Naturale di Doñana, dedicati un tempo alla coltura del riso e oggi prevalentemente alla produzione di specie ittiche, allevate con un complesso sistema di irrigazione e drenaggio che collega 45 stagni ai fiumi Guadalquivir e Guadiamar. and2In questa realtà la tecnica è stata messa al servizio della produzione sostenibile nell’ottica del massimo rispetto per l’ambiente. Non è un caso che le condizioni climatiche e lo sviluppo naturale di alcune specie nell’habitat paludoso, abbiano favorito la presenza di numerosissimi esemplari, in modo particolare crostacei e uccelli. Questi ultimi, durante le migrazioni, arrivano a raggiungere le 600.000 unità (suddivise in 250 specie differenti). La creazione artificiale ma intelligente dell’habitat infatti, ha fatto sì che nella zona prosperassero le risorse alimentari necessarie al nutrimento di specie che in alcune aree del nostro Continente sono a rischio di estinzione. and3Ma i vantaggi non sono soltanto in termini di sostenibilità, perché attorno a questa impresa – che esporta in tutta Europa i suoi prodotti – si è sviluppato un indotto che da decenni crea posti di lavoro in una delle zone meno ricche della Spagna. Quello di Veta la Palma è, di fatto, uno degli esempi più significativi che esistono in Europa di allevamento innovativo a 360 gradi e di riqualificazione ambientale attraverso l’impresa. Cosa aspettiamo a replicare questo modello anche nella nostra Isola?

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