Chi ha fatto sparire i 43 studenti di Ayotzinapa? I narcos, la polizia o entrambi? Il mio incontro con gli esperti che stanno indagando sul caso
CHI HA FATTO SPARIRE I 43 STUDENTI DI AYOTZINAPA? SONO STATI I NARCOTRAFFICANTI, LA POLIZIA LOCALE CORROTTA O ENTRAMBI? OGGI HO RICEVUTO NEL MIO UFFICIO GLI ESPERTI CHE STANNO INDAGANDO DA UN ANNO SUL CASO PER LO STATO MESSICANO
Ancora Messico, ancora una luce puntata sul caso dei 43 studenti di Ayotzinapa, scomparsi misteriosamente nella notte del 26 settembre 2014 mentre viaggiavano a bordo di un bus di linea. Questa mattina ho ricevuto due dei cinque membri della Commissione di esperti indipendenti (GIEI) che sta indagando – su nomina della Commissione Interamericana per i Diritti umani (CIDH) e d’accordo con lo stato del Messico e gli avvocati dei familiari delle vittime – per arrivare alla verità su questa vicenda. I dati certi sono che quella notte i 43 ragazzi viaggiavano a bordo di un mezzo che non è stato mai più ritrovato e che il bus percorreva la stessa rotta battuta di solito dai narcos per il trasporto della droga dal Messico agli Stati Uniti. Carlos Martin Beristain, medico psicologo, e l’avvocato Claudia Paz Y Paz (qui il link ai profili degli esperti http://prensagieiayotzi.wix.com/giei-ayotzinapa…) ci hanno parlato delle indagini tutt’ora in corso – i cui esiti saranno divulgati nel prossimo report GIEI- e del clima che li ha accompagnati durante le ricerche. La versione del GIEI diverge fin dall’inizio con la “verità storica” offerta dalle autorità governative messicane.
“Verità” che io stessa contestai in Aula al Senato lo scorso anno (http://regeneracion.mx/giulia-moi-eurodiputada-pone-en-rid…/) e che esclude a priori il coinvolgimento di esercito e polizia nella vicenda, affermando che gli studenti siano stati uccisi e poi bruciati dai narcos nella discarica di Cocula, a Iguala. Una ricostruzione di comodo, che forse tende a salvare i veri responsabili di questo crimine.
Gli esperti ci hanno riferito di aver subito numerosi attacchi diffamatori, sia tramite pressioni politiche che sulla stampa. Alla luce di questo fatto, non c’è stata alcuna presa di posizione ufficiale da parte dello stato del Messico contro gli attacchi. Un’operazione di discredito messa in atto dopo l’uscita del primo rapporto del GIEI sul caso Ayotzinapa. Nei prossimi giorni gli esperti si recheranno con la Procura Generale messicana proprio a Cocula, dove si trova la “discarica del mistero”. Il 30 Aprile prossimo, il loro mandato scadrà e non sarà più possibile fare luce su questa intricata vicenda, fatta di mezze verità e coperture. Noi non vogliamo permetterlo! Per questo ho offerto ai membri del GIEI tutto il mio sostegno e la volontà, da parte dell’Europa, che le ricerche proseguano fino al raggiungimento della Verità sulla scomparsa dei 43 ragazzi. Interessa all’Europa, ma soprattutto lo meritano le famiglie delle vittime che vivono ogni giorno con un doppio dolore: quello di aver perso tragicamente un familiare e quello di non avere una tomba su cui piangerlo.
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