“WE GOT THIS COMPLETELY WRONG”. A BRUXELLES IL DIBATTITO SULL’EREDITÀ LASCIATA DA OBAMA AGLI USA, TRA ERRORI E BILANCI
“Abbiamo sbagliato tutto”. È questa una delle frasi più pronunciate oggi nel corso dell’evento organizzato nella biblioteca del Parlamento europeo a Bruxelles finalizzato a discutere dell’eredita dell’amministrazione Obama alla luce della vittoria di Trump nelle elezioni USA della scorsa settimana. Cosa lascia davvero Obama all’America di domani, quella che dal prossimo gennaio sarà guidata da Trump? Si tratta di un focus importante anche in vista della prossima riunione della Delegazione ufficiale Ue-Usa che si terrà a Washington a fine novembre e alla quale prenderò parte in qualità di componente ufficiale. Il dibattito di oggi ha messo in risalto le nuove sfide con le quali si troverà a dover fare i conti l’America, e di sicuro molte di queste riguarderanno anche i cittadini europei da molto vicino. Non ultima, la volontà di Obama di lasciare nelle mani del 45esimo Presidente statunitense il destino del TTIP, il Trattato commerciale transatlantico tra Stati Uniti e Unione Europea ancora in stallo nella sua fase negoziale. Nel corso del dibattito si è parlato anche dell’immigrazione e dei rapporti che l’ex inquilino della Casa Bianca ha stabilito con Paesi fino a poco tempo fa “lontani” dagli States, come l’isola di Cuba, o ancora con l’Iran, col quale si è arrivati un anno fa a un accordo sul nucleare. Ma si è discusso anche degli “errori” commessi dai democratici in questi 8 anni e della percezione che gli elettori statunitensi hanno avuto dell’operato dell’amministrazione Obama, espressa al suo apice col risultato del 9 novembre. Su tutte, quella legata alle “colpe” della crisi finanziaria del 2008 le cui conseguenze sarebbero state fatte ricadere “sulle spalle dei cittadini”, anziché sulle banche e sulle personalità del mondo finanziario che ne sono state le dirette responsabili.
E ora il futuro: le grandi sfide dell’amministrazione Trump saranno sia sul fronte interno che nel panorama internazionale. Molte di queste saranno giocate sui rapporti fra States e grandi potenze del mondo, e a questo riguardo la Cina e la Russia sono soltanto due esempi. Equilibri commerciali e geopolitici dai quali emergerà forte il cambio di passo tra i democratici che hanno governato gli USA fino a oggi e i repubblicani che, da quello che si preannuncia, cambieranno la faccia dell’America nei prossimi 4 anni.